Gamification / Best practice – Capitolo 1
Learning is experience, everything else is just information. [A. Einstein]
Parlare di “Gamification“, presuppone per certi versi il riconoscimento del ruolo chiave che ha il gioco come fondamento di ogni cultura, come osservava Johan Huizinga nel suo libro “Homo Ludens”.
Il punto forza della gamification è difatti “la capacità di stimolare gli istinti umani, con lo scopo di creare o appagare desideri e bisogni umani. Un prodotto gamificato fornisce obiettivi da raggiungere, livelli in cui progredire, competere con gli altri utenti, condividere i propri successi e guadagnare ricompense.” [Wikipedia]
Essa può essere pertanto definita come “l’applicazione di logiche del game design a contesti non ludici, per aumentarne l’appeal e incrementare l’engagement.” I potenziali vantaggi che l’implementazione di una corretta logica di gamification porta con sè sono significativi: incremento di lead generation, user acquisition, brand loyalty, brand affinity.
Non è un caso se la lista dei brands che abbracciano la gamification annovera nomi quali: Foursquare, Samsung, Starbucks, Microsoft, Kraft, T- Mobile, Xbox live, Linkedin, Sales force, Ebay..etc..
A tale proposito, Gartner ha predetto che “entro la fine del 2014, oltre il 70% delle 2000 aziende più gradi del mondo, avranno adottato almeno un’applicazione gamificata”. Al contempo, evidenzia che “l’80% delle attuali game application aziendali, falliranno nel raggiungimento dei loro obiettivi, principalmente per ragioni legate allo scarso design.”
Ma quali sono dunque le componenti chiavi per l’implementazione di una gamification efficace? Karl Kapp, professore di “instructional technology” alla Bloomsburg University, autore dei due bestseller “The Gamification of Learning and Instruction” e “The Gamification of Learning and Instruction Fieldbook: Ideas into Practice.” elenca e descrive 10 best practice (più 1 bonus):
1. Identifica i criteri di successo
Prima di iniziare a gamificare eventi di learning, bisogna avere chiara consapevolezza di quali sono i KPI da misurare. L’obbiettivo è raggiungere il 100% della partecipazione? Oppure avere dei risultati di business misurabili? Il punteggio di un test? Tali criteri potranno anche essere ridefiniti nel corso del tempo ma è opportuno delinearli si dall’inizio per determinare se gli obiettivi siano stati o meno raggiunti.
2. Considera seriamente delle alternative
Molto spesso accade che soluzioni semplici ed efficaci applicabili a contesti di learning vengano messe da parte per adottare logiche differenti e modaiole. La gamification andrebbe utilizzata come soluzione di learning quando ha effettivamente senso e risponde in maniera efficace ai bisogni degli utenti finali.
3. Crea un legame con i business needs
La gamification non va vista come una soluzione a supporto di contenuti senza significato per l’azienda o gli individui che ne fanno parte. Piuttosto, essa deve essere intrinsecamente legata agli obiettivi di businees.
4. Crea una storia / un contesto
Un modo particolarmente potente per motivare le persone e influenzarne il comportamento, è inserire il significato delle loro azioni e idee all’interno di un contesto appropriato. Spiega ai learners quali sono i vantaggi del guadagnare punti, scalare livelli, ottenere badge, chi devono salvare e/o perché devono andare alla ricerca di un “tesoro”.
5. Utilizza i dati per migliorare l’esperienza di learning
Ci sono due meccanismi validi ed efficaci che una buona gamification dovrebbe adottare: i recuperi distanziati e le pratiche di recupero.
Le pratiche di recupero consistono nel far sì che i learner richiamino attivamente delle informazioni, piuttosto che limitarsi semplicemente a ri-leggerle o ri-ascoltarle. Essa può migliorare le performance del 10 – 20%. Un’applicazione valida di tale meccanismo è il classico quiz sui contenuti di formazione.
I recuperi distanziati consistono nel fornire quiz / corsi di learning distanziati nel tempo. La ricerca ha dimostrato che maggiore è la distanza tra gli eventi di recupero, maggiori sono i potenziali benefici della ritenzione (24 ore sarebbe il gap temporale ottimale). Il recupero distanziato aiuta i learner a memorizzare le informazioni nel tempo, evitando alcune problematiche note nei sistemi di learning, come la fatica dell’apprendimento one shot e l’interferenza con apprendimenti precedenti.
6. Rendi il punteggio e la vittoria trasparenti
Le logiche di accumulo punti devono essere semplici e immediatamente comprensibili. É bene evitare l’uso di algoritmi o formule complicate. I learner devono poter collegare direttamente le loro azioni ai punteggi in modo da sapere esattamente e in qualsiasi momento cosa fare per avere successo nel gioco. In secondo luogo, devono avere chiara visibilità dei possibili scenari: ad es., sapere cosa succede se rispondono in maniera errata o corretta ai quiz o se saltano una domanda per passare alla successiva.
7. Mantieni le regole semplici
Quando si progettano e sviluppano soluzioni gamificate, la tendenza è spesso di aggiungere complessità. Il suggerimento è di evitare tale tendenza. Inoltre, può essere di grande utilità prevedere dei tutorial che mettano i learner nelle condizioni di apprendere le regole di gioco in maniera facile e immediata.
8. Mantieni le leaderboard compatte
A meno che non si abbia a che fare con learner che credano essere i migliori del mondo e desiderino dunque competere con il mondo intero , il suggerimento è di mantenere le classifiche circoscritte. L’ideale è dare la possibilità ai learner stessi di selezionare gli amici con cui competere, prevedendo delle leaderboard personalizzati. In alternativa, le classifiche andrebbero strutturate per dipartimento o territorio.
9. Usa livelli e badge in modo appropriato
I livelli vanno utilizzati per guidare l’utente nel percorso lineare di learning, incoraggiandolo a progredire nel gioco per sbloccarne sempre di nuovi. Ciascun livello va legato a specifici obiettivi di apprendimento (generalmente obiettivi a termine). É importante che i giocatori sappiano quali e quanti sono i livelli da completare per terminare il percorso di learning. Molti giocatori sono più interessati al “progresso”, al “controllo totale” del gioco più che alla “vittoria”.
I badges, analogamente, vanno utilizzati per mostrare i progressi non lineari. Al contempo, rappresentano una sorta di premio visivo per l’utente che mostra a se stesso e agli altri il proprio stato di avanzamento nel gioco. Possono essere legati a obietti a termine o sbloccanti.
10. Testa l’experience della gamification
Prima di rilasciare un programma di gamification , poniamo, a 10.000 lavoratori di un azienda, è opportuno testarla su dei gruppi pilota. Il testing è di fondamentale importanza per recepire feedback, critiche e suggerimenti su come migliorarla.
Bonus: Monitora i progressi dei learner
Un vantaggio delle piattaforme gamificate è che esse solitamente raccolgono e rendono disponibili una vasta mole di dati. L’analisi di tali dati è fondamentale per individuare i plus & minus delle logiche e meccaniche implementate e attuare delle misure correttive/evolutive.
Queste sono solo alcune delle best practice di una gamification efficace. E tu cosa ne pensi? Ti sei mai trovato a gestire un progetto basato su logiche di gamification? Quali sono a tuo parere le componenti chiave di un’esperienza gamificata di successo?
Nel prossimo post, analizzeremo altri 8 fattori chiave che possono contribuire a migliorare ulteriormente il tasso di engaging di un’esperienza gamificata. Stay tuned!